Descrizione
Per l’ultimo profumo della mia “Seria Araba” ho scelto di comporre una fragranza che cantasse l’anima del popolo Arabo.
Tawaf è il nome del rito dei sette giri intorno alla Ka’aba, la costruzione vestita di seta nera che è il centro geografico dell’anima Araba, della sua spiritualità, della sua cultura e della sua civiltà.
Il profumo Tawaf è la melodia di odori che accompagna chi fa il Tawaf.
Le scie del Gelsomino Sambac che indossano i pellegrini, l’acqua di rosa versata a secchi per lavare il pavimento di marmo bianco e infine l’Oppoponax spalmato a piene mani sugli angoli della Ka’aba sono le essenze che compongono la nuova fragranza.
Altri ingredienti legati alla tradizione Araba sono il Narciso e la Mirra, non cambiano la struttura della fragranza che è binaria, l’accordo di Gelsomino s’intreccia con l’accordo di Oppoponax, come i riflessi di una seta cinese che rivela due colori diversi secondo la luce che la illumina.
A causa dell’acustica degli strumenti che ho usato, la melodia è diventata una sinfonia. Questo è il profumo di cui sono più soddisfatto fra tutti quelli che ho composto.
RECENSIONI
Vedi anche: Tawaf, profumo dell’anima, il concorso
Antonio M. –
Il terzo profumo della serie araba, Tawaf, deve il suo nome al rito che
lo ha ispirato, ma prima di parlare della fragranza,è necessario dire
che i popoli arabi hanno un rapporto con il profumo diverso dal
nostro: nella loro tradizione i profumi sono stati legati ad eventi e luoghi
come da noi, in occidente, non è mai avvenuto; dalle più famose
moschee, edificate con calce legata a piccole percentuali di Muschio
Cervino, all’ingresso di Saladino in Gerusalemme (dove la Cupola della
Roccia venne profusamente lavata con Acqua di Rose), al rito Tawaf
dove si fa uso di Gelsomino ed altre fragranze.
Naturalmente per tutto questo esiste una spiegazione,ma mi atterrò
alla composizione in oggetto i cui ingredienti formano un luogo
geometrico perfetto col suo nome.
Il Gelsomino o Yasmin,che in arabo significa “fiore profumato”:ne
esistono duecento varietà,ma le più usate in profumeria sono due,il
Grandiflorum ed il Sambac.La sua valenza spirituale per i Mistici
dell’Islam è quella dell’annullamento in Dio, è l’estasi dell’unione.
Nel Tawaf si è vestiti tutti allo stesso modo,con un semplice abito
bianco e ci si muove tutti assieme attorno alla Ka’bah:”Quando si gira
attorno alla costruzione della Pietra Nera ci si sente altrove,non si
percepisce più il proprio corpo. Si è Spirito, si comunica con il grande Spirito Divino.
L’accordo di Gelsomino è quindi molto pertinente.
Nella cerimonia si fa anche uso di Opoponax (conosciuta anche come
Mirra Dolce) e Acqua di Rose, ma solo sulla Ka’bah ed anche questi due
ingredienti sono presenti nella composizione.
Il profumo è molto bello in apertura ed anche molto forte e sembra
essere un mix di Gelsomino e Tuberosa: il Sambac è meno rotondo del
Grandiflorum ed ha una punta acre che unita al Narciso può trarre in
inganno.
E’ un accordo Gelsomino straordinario, con una scala di
saturazione vicina al massimo come è tipico di questo fiore al
naturale: si avvertono anche altre piccole componenti di verde e di thè
e la fragranza nell’insieme è assai dolce.
Dopo pochissimo si sente in effetti una componente lievemente acre che
però svanisce lasciando spazio ad un’aroma che diviene
progressivamente più secco, fino a lasciar intravedere un sentore come
di legno pregiato.
Sicuramente è l’Opoponax, un incenso meno “severo” di quelli
cerimoniali usati da noi e che si contraddistingue per la prevalenza
di componenti legnose, resinose e balsamiche: i vecchi profumieri lo
chiamavano anche Mirra Dolce ed era considerato da Salomone “La più
nobile delle Resine”.
Non sono invece riuscito a sentire la Rosa ,ma trattandosi di
“accordo” penso che ne sia stato fatto un uso moderato.
Il carattere di questo profumo è allo stesso tempo
narcotico, spirituale ed anche sensuale, ma di una sensualità “alta”; è
un profumo che per essere creduto va sentito.
Dei tre concepiti fino ad ora da Abdes Salaam, questo è senza dubbio
quello che mi è piaciuto di più e che per me meglio incarna l’anima
Araba nella sua totalità.
Una nota sulle tecniche associate ai due protagonisti di questo
profumo, è doveroso farla: tanto il Gelsomino che l’Opoponax, vengono
spesso utilizzati come note “di legame. Metterli assieme,significa
creare un’unità che non è facile scindere a tutta prima,a meno chè non si sbilanci
pesantemente il rapporto a favore dell’uno o dell’altro.
Curiosamente,il profumo viene offerto anche in modalità “kit” ovvero
diviso nei due accordi principali da miscelare assieme a proprio
piacimento in modo da poter personalizzare la fragranza come si
preferisce.
Un doppio plauso al profumiere per la sua bravura e per la sua “democraticità”!
Andrea M. –
Impatto estramente floreale, fresco, fiori bianchi (non capisco se quel qualcosa di secco agrumato dolce, che risento verso il cuore, sia una nota distinta, come petitgrain), subito dopo è riconoscibilissimo il gelsomino.
Il volume fiorito è tagliato da un alito tiepido e fungino: opoponax a volontà.
Nel complesso quindi fresco fiorito e scuro. Poi ritornano i fiori, belli, molto indolici, animalici: il gelsomino sambac (?), sostenuto in parte dall’opoponax.
C’è qualche cosa che evoca legni secchi verso la metà, ma neanche troppo, di nuovo l’opoponax.
Il cuore comunque è morbido e una volta evaporata la nota fiorita iniziale, che morde un po’ il naso, resta un piacevole sottobosco primaverile e una nota fruttata che non spiego, un po’ canforata, citronellosa, erbacea, come palmarosa… rosa… e addirittura camomilla? Suggestioni? A evaporazione quasi andata percepisco una svirgolata finale secca-orientale e come ambrata (?)
Prima impressione:
Così immediatamente in pochi minuti è definita la struttura fondamentale della fragranza, che è binaria.
La bellezza degli ingredienti usati parla da sola, ma la miscela non mi dice granchè.
Da una parte i vapori monumentali di opoponax (ridondante dopo un po’), dall’altra un gelsomino che è di più di un gelsomino, ardente, dolce, acre. Attraversare l’intrico di questi prodotti sfaccettatissimi è un viaggio complesso e lungo, anche affascinante, e il dittico è in realtà una doppia orchestra.
Però a guardare gli accostamenti l’opoponax stradomina e il gelsomino gli sta affianco, quasi giustapposto: questo è in sostanza il profumo.
Il resto secondo me oltre che sottile è accessorio, perchè non risolve questa separazione, un’assenza che percepisco tra le due note principali.
Ma trovo interessante l’apertura, perchè i ‘fiori bianchi’ hanno davvero un bel volume e accompagnano armoniosamente il gelsomino. Dopo prende piede l’opoponax e l’equilibrio si rovescia. L’insieme non è nè in accordo nè in contrasto netto.
Non mi convince. Forse avrei preferito una terza grande presenza, a risolvere armoniosamente queste due grandi figure.
Impressione finale:
Studiando più a fondo la fragranza e indossandola alcuni giorni ho cambiato in parte opinione.
Riguardo la struttura fondamentale del profumo tutto resta invariato rispetto alla mia prima osservazione.
Quello che cambia è che sono arrivato ad apprezzare la super dose di opoponax, che è chiaramente il cuore della fragranza, al di sopra del gelsomino.
‘è un legame verde tra le due note che all’inizio non mi era così evidente.
Il risultato è una suggestione fiorita calda e tagliente, un fiore di pitosforo quasi, con una terrosità strana. Il gigantesco opoponax dona inevitabilmente un carattere forte e definito all’insieme.
O piace o non piace.
Devo dire che la complessità risiede tutta nei materiali, e un po’ questo mi dispiace.
Andrea MPM –
Colpito da un odore arcano.
Materie prime dimenticate e una dimensione totalmente diversa rispetto a quello che il mio naso è abituato ad annusare usualmente.
Una volta che il naso ed il cervello iniziano ad ambientarsi il protagonista della composizione si presenta.
Torrido, erotico e pungente sua maestà il gelsomino.
Accompagnato e sostenuto da un accordo di resine che ne risalta l’aspetto terroso e carnale del fiore, conferendogli profondità e calore.
Un profumo inaspettato, arcano e passionale
Marco C. –
Tawaf,
simbolo di un viaggio interiore all’interno di se stessi, la fragranza ispira il desiderio di ascesi mistica.
Il pellegrino si lava e indossa una veste semplice, è il momento del gelsomino, puro, rassicurante, solare.
Tawaf,
incontro e solidarietà con il resto della comunità, il profumo si fonde con il calore del corpo ed emana la sua fragranza.
Il pellegrino inizia il cammino, odore di rosa e narciso amplificano la spiritualità.
Tawaf,
rapporto intimo con Dio, liturgia collettiva, storia e profumo si mescolano per ascendere ad una nuova consapevolezza.
il pellegrino ha risposto alla chiamata, opoponax, calma, pace.